Sabato mattina

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Ci sono le cose che vuoi, quelle che ti servono e quelle che sai di non poter avere.
Oggi è un giorno da esame di coscienza.
Sono troppo pigra per lavarmi da dosso questo odore di novità. Allora ogni tanto mi giro nel letto e mi entra nelle narici.
È bello e un po’ triste.
Ci sono persone che, per qualche strano motivo, ti guardano in faccia e sanno che stai pensando. Sono talmente splendenti che ti sorprendi a non riuscire a tenere gli occhi del tutto aperti, quando le vedi. E sono limpidissime, così limpide che chiudono il cuore in una scatola nera, perché in fondo in fondo, un punto debole ce l’hanno anche loro. Anche se fanno finta di non pensarci.
Ci sono pagine di diario scritte tanti anni fa che, se le leggessi, rideresti di cuore. C’è la storia di una ragazza che leggeva sulle scale e aveva paura di tutto a cui un giorno hanno fatto un gran sorriso. Poi la ragazza ha dovuto smettere di leggere, le scale sono crollate e, quando ha alzato gli occhi, il sorriso non c’era più. E ogni tanto ci pensava, ma c’erano le scale da ricostruire e i lividi della caduta da curare e la paura di farsi male e non poter sopportare altro dolore.
Ci sono dettagli che stupiscono. Vedi le crepe nelle corazze che indossi. Ti rifletti negli occhi degli altri e ti stupisci di trovarti addosso una maschera. Sai quando ti dicono che hai un insetto sulla schiena e tu non te ne eri accorto; allora urli dallo spavento, ma non riesci a raggiungerlo e urli TOGLILO TOGLILO e l’altro non ci mette niente a tirarlo via e sorride della tua agitazione. Ecco, così. Ma invece dell’insetto, c’è la maschera che mi sono messa in faccia.
Ogni tanto c’è quella sensazione di sentirmi rotta che torna. Ci sono frasi che mi rimbalzano nel cervello. “Non vai bene”.
Ci sono similitudini. C’è che è bello vedere che il dolore può non diventare una cancrena. Che, pure se la vita è una gran troia, si può restare gentili con gli altri e determinati nel raggiungere i propri obiettivi.

Mi giro nel letto, con la pancia in giù e il naso nel cuscino.
“Solo a una pazza potrebbe venire in mente”.
Forse sono pazza davvero.

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